Shadowbox Effect
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                                                         La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.
                                                        John Maynard Keynes
 
                              

La rappresentanza è morta

Unknown | 21:51 | 0 commenti

quartostato Prima o poi i nodi vengono al pettine e la situazione che si è venuta a creare nel sito Romano di Almaviva Contact lo dimostra in pieno.

Abbiamo già dato ampio spazio alla vicenda, ponendo sin da subito l'accento sulla infondatezza e l'infattibilità del piano industriale (di un anno) proposto dall'azienda Almaviva in concerto con i sindacati territoriali; durante la giornata del 22 ottobre (che abbiamo seguito con particolare attenzione), si svolgono delle votazioni all'ipotesi di accordo proposte dall'azienda, che si conclude con una netta presa di posizione da parte dei lavoratori Romani.

Noi di ASI, vogliamo sviluppare un semplice concetto.
Se su una platea di 600 Lavoratori, nessuna sigla confederale riesce ad ottenere una condivisione di una idea o progetto aziendale da loro appoggiato, secondo quale criterio possono definirsi "rappresentanze" sindacali?
Una rappresentanza sindacale è tale nella misura in cui riesca, appunto, a rappresentare una volontà dei lavoratori, nella misura in cui riesca a farsi portavoce di un'idea espressa nelle assemblee.
Finalmente con la votazione del 22 ottobre, i Lavoratori Romani non hanno solamente espresso la loro idea rispetto ad un accordo sindacalaziendale, ma hanno lanciato un messaggio alle sigle confederate, hanno spiegato non a parole ma con i numeri (tanto cari a buona parte dei sindacati confederali) cosa significa essere Sindacato.
Il sindacato NON DECIDE per nome e conto dei lavoratori, non deve amministrare nulla, il sindacato è il megafono dei lavoratori, il loro PORTAVOCE nei confronti dell'azienda di riferimento, solamente questo è SINDACATO.
Purtroppo da troppi anni si è volutamente confusa la funzione sindacale (ideologicamente intesa) con quella politica di gestione e amministrazione.

E non finisce qui, pur non avendo espresso la volontà dei lavoratori nei confronti dell'azienda, pur non avendone ascoltate le loro ragioni e le loro idee, si rincara la dose con dei comunicati stampa che lasciano senza parole, ed è proprio per questo che le parole le lasciamo ai Lavoratori...

Con questo accordo né il Ccnl né tanto meno le leggi a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori venivano violate, ben lontano dal tanto citato modello Pomigliano dove si è proposto e accettato un contratto aziendale al di fuori delle tutele garantite da quello nazionale e con il peggioramento dei carichi di lavoro e delle condizioni lavorative.
Nell’ipotesi di accordo non si prevedeva nessun licenziamento anche a seguito di un mancato livello di produttività del service team, ma esclusivamente un ciclo di formazione e quindi riqualificazione del personale e il reintegro certo . Dunque nessuna” gestione di flessibilità in uscita”
L’obiettivo del percorso sindacale intrapreso verso Almaviva era e rimane pertanto esclusivamente quello della tutela occupazionale e della garanzia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, in perfetta coerenza con quanto viene contrattato negli altri call center.
(fonte comunicato cgil)

coomenti 2

Dopo la bocciatura da parte dei lavoratori del call center di Almaviva di via Lamaro dell'ipotesi di accordo per evitare la chiusura del sito, "il sindacato chiedera' di incontrare i vertici dell'azienda". Lo dichiara Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom, aggiungendo che "come organizzazione prendiamo atto del voto dei lavoratori. Ora proveremo a chiedere ai vertici di Almaviva un incontro per capire se l'azienda e' intenzionata a licenziare i lavoratori o se ci sono spazi per recuperare il piu' possibile l'occupazione". Nei giorni scorsi i rappresentanti di Almaviva e i sindacati avevano trovato un'intesa sulla cassa integrazione a rotazione per i lavoratori del call center coniugata alla formazione dei dipendenti. "L'accordo prevedeva che i lavoratori fossero messi in cassa integrazione e, al contempo, partecipassero a dei corsi di formazione. Erano poi previste delle verifiche - spiega Ugliarolo - sull'efficacia dei corsi. I dipendenti sarebbero stati riassorbiti in azienda una volta superate le prove. Sono rammaricato per l'esito del referendum che ha bocciato l'intesa". Il progetto originario di Almaviva era quello di aprire, per i 632 dipendenti di Via Lamaro, la cassa integrazione straordinaria finalizzata alla chiusura dell'attivita'. Una decisione legata alla scarsa produttivita' del call center.
(fonte Sole 24ore)

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