Shadowbox Effect
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                                                         La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.
                                                        John Maynard Keynes
 
                              

Carta Programmatica



Il dado è tratto, disse qualcuno leggermente più noto di noi, tempo addietro...
Fare Sindacato (volutamente con la S maiuscola) è una missione, una vocazione, una voglia, non è possibile fare sindacato per passatempo o per privilegi personali; arrivismo, protagonismo, scarsa preparazione, poca abnegazione.
Assenza di figure in grado di rappresentare le nostre idee e di tutelare i nostri punti di vista. Questa la molla che ci ha spinto a "fare Sindacato".
Una missione che si propone come inizio e come scopo, il lavoratore; che vuole percorrere i fatti facendosi portavoce dello stomaco, dei dubbi e delle idee, in qualsiasi sede e con qualsiasi interlocutore.

La difesa e tutela dei diritti di ogni singolo lavoratore, risponde alla domanda: “perché”?

Ma quello che invece immaginiamo sia veramente importante presentare ai nostri colleghi, è l’idea che abbiamo in mente, cosa sia per noi un Sindacato, cosa rappresenti e soprattutto quali sono le rivendicazioni che intendiamo portare avanti.

Vogliamo che il lavoratore venga costantemente informato con comunicati ufficiali aziendali degli sviluppi nel breve termine, delle decisioni prese e dei motivi che spingono l’azienda a favorire una scelta piuttosto che un’altra.
Vogliamo avere trasparenza in tutti quei processi che interessano in maniera diretta o indiretta ogni lavoratore di quest’azienda.
Vogliamo far crescere la nostra azienda, sempre però tenendo presente il rispetto per i lavoratori, la stima verso essi e il riconoscimento economico per tali crescite.
Vogliamo che vengano rispettati gli accordi presi, e laddove questo non fosse possibile, che si riconoscessero risarcimenti relativi alla mancata applicazione degli stessi.
Vogliamo che ogni lavoratore venga rispettato innanzitutto come essere umano, e che vengano garantite (quali imprescindibili) le migliori condizioni lavorative possibili, da tutti i punti di vista.
Vogliamo che ogni lavoratore abbia la possibilità di poter partecipare in maniera attiva, agli avanzamenti della propria azienda, proponendosi in prima persona per poter perseguire lo scopo e avendo la possibilità di poter mettere le proprie competenze specifiche a disposizione dell’azienda.
Vogliamo che vi sia un’attenzione maggiore per tutte quelle categorie particolari, quali portatori di handicap, madri, padri, studenti e turnisti con doppia occupazione, senza sfavorire chiaramente la restante popolazione.
Vogliamo che l’azienda si renda disponibile per concertare in maniera seria e organica, tutta una serie di aspetti volti ad aumentare la soddisfazione ed il livello economico dei propri dipendenti.
Vogliamo che il godimento di un diritto da parte di ogni lavoratore non sia una grazia richiesta, ma venga trattato e concesso come tale.
Vogliamo in definitiva poter essere orgogliosi di lavorare per quest'azienda , e considerare questo impiego un trofeo da esporre in bella mostra, piuttosto che un temporaneo tappabuchi piuttosto che una perdita di tempo.

Questo noi vogliamo
E utilizzeremo tutti gli strumenti disponibili per perseguire questi scopi.


Angela Giambona (Responsabile Direttivo Aziendale)
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Quello che ci accingiamo a fare, cominciando dalla nostra realtà lavorativa, può essere considerato una "svolta" o più in generale una "diversa prospettiva", rispetto a tutto quello che fino ad oggi ha pervaso l'attività sindacale all'interno della nostra azienda.
Sappiamo benissimo che il percorso non è semplice, ma la voglia e lo spirito che ci contraddistingue potrà sicuramente darci una mano.
Già nella definizione ASI, siamo certi di porre in essere "una diversa prospettiva" (come dicevo), se a questo aggiungiamo qualche altro tassello riusciremo a darvi l'idea di cosa intendiamo per Sindacato.
Il lavoratore prima di tutto
Mi risulta troppo semplice ed al tempo stesso riduttivo pensare che una qualsiasi sigla sindacale debba decidere per nome e conto del lavoratore che rappresenta, sopratutto nelle grandi questioni di interesse generale; IL LAVORATORE DECIDE, il Sindacato comunica all'azienda.
Questo è quello che si propone ASI
Perchè fare Sindacato?
E' luogo comune (a ragione in alcuni casi) che molto spesso chi si cimenta attivamente nel voler fare sindacato, abbia oltre alle buone intenzioni anche un "ritorno" in termini di permessi, agi, e tutele.
Condividendo la necessità di tali diritti (peraltro sanciti per legge), non è possibile tollerare ne condividere l'abuso di tali strumenti, in alcuni casi per scopi che nulla hanno a che vedere con l'attività sindacale svolta.
E' proprio per correttezza e trasparenza che ASI Alternativa Sindacale Indipendente non chiederà un solo minuto di agibilità supplementare aziendale, avvalendosi esclusivamente di ciò che risulterà necessariamente e strettamente legato all'attività sindacale svolta.
Chi paga?
ASI è un sindacato autonomo e indipendente, come tale si sostenta delle quote associative, liberamente versate dai propri iscritti.
E' uso comune rilasciare un bilancio annuale al direttivo operante per ogni determinata sigla, ASI farà molto più, rendiconterà ogni suo iscritto dell'utilizzo fatto su base annuale delle proprie quote associative, OGNI ISCRITTO.
Questo è quello che ASI ha intenzione di portare avanti, a voi la scelta...

Salvo Montevago
 (Segretario Generale)

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